REPORTAGE
in questa parte i miei reportage
Collettivo di Fabbrica GKN Una Lotta Impossibile
Il 19 agosto ho deciso di lasciar perdere le mie ferie per andare a documentare per ecoinformazioni cosa succede alla ex Gkn di Campi Bisenzio. C’ero stato nell’agosto 2021 , quando la lotta era appena nata e per i soliti mille motivi , non ne avevo avuto più la possibilità.
La vertenza nasce il 9 luglio 2021 quando, con molta empatia, la proprietà, il fondo Melrose Industries licenzia via e-mail, l’intera forza lavoro costituita, all’epoca, da 422 persone, non risorse o unità, ma persone con famiglie, figli e figlie da crescere, affitti da pagare.
I dipendenti non sono stati certo fermi e passivi, hanno occupato la fabbrica, evitando lo smantellamento e la delocalizzazion. Da qui nasce una lotta sindacale che ha fatto e che fa storia, non esiste, almeno in Europa, una vicenda simile, 4 anni di occupazione e di assemblea permanente.
In questi quattro anni, sono stati licenziati tre volte, sono rimasti 15 mesi senza stipendio e tutta un’altra serie di azione volte a fiaccare l’energie e le motivazioni
della lotta. Ogni volta i giudici hanno dato ragione ai lavoratori,
Un episodio dei tanti che mi hanno raccontato
Nel tempo, si sono costruiti un bar, prima dopo lavoro oggi circolo Arci con un numero impressionante di tesserati, improvvisamente gli viene tolta l’energia elettrica, fra l’altro a ridosso di un importante evento. Grazie alla rete di mutuo soccorso che si è creata, è stato costruito un impianto fotovoltaico che genera 5 kw giornalieri e che è sufficiente per rendere autonome dalla rete pubblica le numerose attività che continuano ad essere svolte all’interno della fabbrica.
Voglio porre l’accento sulla parte sociale di questa vicenda. Fin da subito si sono coalizzate intorno a questo gruppo , centinaia se non migliaia di persone , associazioni , personaggi pubblici , dai giuristi agli avvocati e chi più ne ha più ne metta. Hanno organizzato manifestazioni che hanno coinvolto decine di migliaia di persone, ogni iniziativa coinvolge e ne stimola altre a dimostrazione del fatto che non è così vero che oggi non è più possibile lottare e, magari, vincere.
Il Collettivo di Fabbrica Gkn è un’anomalia in questo mondo fatto di individualismi, è un pungolo e un esempio, perché se ce la fanno loro è possibile che ce la facciano altri e questo fa sicuramente paura ai capitalisti di oggi che vivono solo di finanza e non di produzione.
Spaventa la tenacia e la granitica convinzione che un mondo diverso è possibile e che, se ci si mette in gioco, qualcosa si può smuovere.
Questo dovrebbe far riflettere anche chi fa sindacato e si trova di fronte a situazioni simili. Quella del Collettivo è una lotta dal sapore antico, eppure tremendamente attuale. Non si ottiene niente, se non briciole, se le vertenze sono corporative.
Oggi la situazione è questa. Sono riusciti a far approvare una legge regionale sulla costituzione di consorzi tra vari enti pubblici, regione, comuni ecc. ecc. (legge regionale n.5 del 2025 ), che hanno come missione l’acquisizione e la riqualificazione di aree e immobili industriali favorendo la formazione di cooperative di ex dipendenti delle varie realtà, in maniera da salvaguardare i livelli occupazionali e le capacità produttive della regione.
Il consorzio relativo a questa vicenda si è costituito formalmente a luglio di quest’anno. Vedremo cosa verrà fuori dal confronto con l’attuale proprietà.
L’unico piano industriale credibile e affidabile, è quello che ha presentato Il Collettivo di fabbrica Gkn , che prevede la costruzione di cargobike elettriche, delle quali sono già disponibili una ventina di prototipi, e la produzione e smaltimento di pannelli fotovoltaici.
Il Collettivo ci insegna che un altro modello è possibile, che non è ineluttabile la deriva barbara che stiamo vivendo in questi anni. Vincere le resistenze opposte da un sistema convinto che, in nome del dio denaro, si possa fare tutto, non è certo facile e nemmeno scontato, ma ci vogliono determinazione e serietà e una possibilità esiste. [Massimo Borri, ecoinformazioni] [Foto Massimo Borri, ecoinformazioni]